Giovedì 7 febbraio 2008 – i vermi del cimitero

Giovedì 7 febbraio

 

Tra questa mattina e oggi pomeriggio mi sono dedicato prima alla pulizia del mio appartamentino e, in seguito, alla traduzione del “Filosofo della Quarantena”. Man mano che procedo, parola dopo parola, rigo dopo rigo, la storia emerge. È un romanzo ambientato in un mondo alternativo, allegorico, e i protagonisti sono i vermi dei cadaveri, quelli che popolano i cimiteri, per intenderci. Il cadavere stesso è l’unità di misura temporale che gli abitanti utilizzano per la datazione, essa equivale al periodo che un verme impiega per divorare un corpo morto. Geniale, no? Il personaggio centrale su cui ruota l’opera è un verme filosofo, Mash’al, che dopo venti “cadaveri” trascorsi in un cimitero europeo a vivere e scoprire altri punti di vista, torna in patria, nel cimitero sabbioso di Zayma, per diffondere il suo nuovo pensiero, i suoi nuovi ideali, ormai svincolati dalle restrizioni sociali e religiose a cui era stato abituato e sui quali principi aveva costruito il suo ruolo di imam.

Per cena sono stato invitato a casa dell’ambasciatore dove abbiamo mangiato, mangiato e mangiato. La moglie è davvero brava in cucina. Mi sono stati presentati un piatto di carne e uno di pesce, io per non sbagliare li ho provati entrambi: uno era la “pasta alla genovese” che in realtà è un piatto tipicamente napoletano (non il famoso pesto, dunque) il cui nome forse trae origine al tempo in cui a Napoli regnavano gli aragonesi quando, si pensa, alcuni cuochi genovesi si trovavano lì. L’altro piatto era ravioli al sugo di pesce (con i calamari). Non so dirvi quale fosse più buono, fatto sta che ho cenato da Dio!

Verso mezzanotte M. e G., due amici, sono passati a prendermi e ci siamo recati ancora alla discoteca del Movempick. Ve l’ho detto, ormai sono diventato un festaiolo, peggio di quei personaggi gelatinati e fighetti che quando avevo quindici anni criticavo. Il paradosso, come la legge del contrappasso, ha voluto che mi trasferissi in culo al mondo, in un paese tradizionalista islamico per fare le ore piccole come mai accaduto prima in vita mia. Si balla? E allora balliamo, sti cazzi! Mi sono messo a ballare con un’altra ragazza alta, bruna, formosa, dagli occhi grandi e luminosi, era araba ma non sapevo di fosse con esattezza. Anche in questo caso, per non sbagliare, a fine serata ho pure scambiato il numero… ogni giorno conosco una nuova ragazza… che dire? L’Italia in confronto è il vero deserto!

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Giovedì 7 febbraio 2008 – i vermi del cimiteroultima modifica: 2021-05-01T21:11:44+02:00da chumbawumba
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