31 gennaio 2008 – 79 giorni

 

Giovedì 31 gennaio 2008

 

È l’ultimo giorno del mese… il tempo scorre molto, molto velocemente e già sono a Sana’a da 79 giorni. Sembrerebbe ieri il 13 novembre, quando suonò la sveglia, quando sistemai le ultime cose in quella ingombrante valigia nera aperta come una cozza in mezzo alla stanza con le ante dell’armadio spalancate che mi mettevano in soggezione . Quando carico come un mulo, mi recai all’aeroporto di Fiumicino, mentre l’ansia mi stritolava l’intestino, l’incertezza di affrontare quell’assurda avventura mi spaventava, le mille domande sullo Yemen, quel paese così lontano e diverso, sul ruolo che avrei dovuto ricoprire e il dubbio di esserne davvero in grado. Ora sono solo ricordi e io sono qui.

Questa mattina, dopo una riunione con E. e M., abbiamo esposto le liste degli esaminandi sulla bacheca nel corridoio della facoltà di lingue… abbiamo deciso di permettere di sostenere l’esame pure a coloro che si sono assentati spesso, vogliamo comunque dargli la possibilità di provarci perché magari non sono potuti venire per ragioni specifiche, per problemi oggettivi. Magari non sono venuti perché non gliene fregava una beata mazza. Non lo so. Fatto sta che all’esame valuteremo.

A casa mi sono dedicato alla traduzione del libro, sono arrivato a pagina 30… sono un pizzico più spedito rispetto ai primi giorni ma, in ogni caso, si va piano e non è facile interpretare in Italiano le figure retoriche, i detti e certe costruzioni sintattiche. A volte sto lì per minuti e minuti a scervellarmi, a smontare frasi, a scomporle e ricomporle e alla fine… alla fine non capisco un cazzo uguale. Dovete sapere che in arabo, nella scrittura corrente, il sistema vocalico e le doppie non vengono trascritte. In molti casi, quindi, solo il contesto può farti comprendere il reale significato racchiuso tra questi vocaboli consonantici. In genere le parole arabe si fondano su radici trilittere che recano con sé dei macro significati, per esempio KTB indica il concetto di scrittura; attraverso l’aggiunta di vocali, prefissi e infissi il significato varia, perciò KàTiB è lo scrittore, AKTuB vuol dire “io scrivo”, KaTaBa “egli scrisse”, MaKTuB “scritto”, KiTàB “libro” etc.. Nei testi stampati manca pure il caso (nominativo, accusativo e obliquo), non è indicato, quindi la traduzione dei testi arabi diventa un gioco di logica.

E allora? Allora quando non trovo la soluzione ai rompicapo concludo con interpretazioni approssimative nella speranza che le pagine successive possano illuminarmi, ma non sempre accade, dunque sono costretto a tornarci prima o poi per risistemarle.

Di sera, invece, ho cenato da L.e L. prima di partecipare con loro a una festa organizzata per C. che il 5 febbraio terminerà il suo mandato con l’Onu in Yemen e tornerà un po’ a casa prima di trasferirsi in Libano.

Devo ammettere che mi sono annoiato, stavo nel mio angolino a osservare, ogni tanto scambiavo due chiacchiere con qualcuno, soprattutto con gli italiani… il fatto è con l’inglese non è che sia ancora ferratissimo, loro lo parlano fluentemente e, inoltre, si conoscono bene, sono amici, hanno argomenti in comune… e allora finisce che mi emargino, perché non riesco a interagire come vorrei. In compenso ho scambiato il numero con una bella ragazza libanese che non conoscevo…

 

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31 gennaio 2008 – 79 giorniultima modifica: 2021-01-12T18:39:08+01:00da chumbawumba
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