Mercoledì 23 gennaio 2008 – raid a sorpresa

Mercoledì 23 gennaio 2008

Lezione con la seconda. Mi sono svegliato con un pizzico di sana stronzaggine in corpo e ho deciso di togliermi uno sfizio, avevo voglia di essere artefice di qualcosa che, da studente, ho sempre detestato: le interrogazioni a sorpresa, come a volte accadeva con alcuni miei professori del liceo, i più temibili, uno di loro in particolare. Lui, infatti, ci coglieva impreparati nelle giornate qualunque, quelle in cui magari splendeva pure il sole fuori, quelle giornate in cui la sicurezza di non aspettarsi particolari interrogazioni ci rasserenava e ci spingeva a pensare che “sì, oggi spiegherà” e invece… invece no, la nostra supposizione era sbagliata, totalmente sbagliata. Tra lo sconcerto generale e il terrore che d’un tratto scorreva tra le nostre vene, intuivamo che il professore, quel giorno, non avrebbe spiegato nuovi argomenti. Restavamo attoniti e scossi, traumatizzati per quei devastanti raid a sorpresa che venivano inaugurati da un terribile verbo coniugato all’indicativo, presente, prima persona, plurale come se lui fosse uno e trino: “interroghiamo”; non c’erano allarmi anti-bombe ad avvisarci, non c’era il tempo necessario per andare a ripararsi, il silenzio gelido calava nell’aula dipinta a metà di verde, i pomi d’Adamo facevano sali e scendi per le deglutizioni forzate, gli intestini si contorcevano per l’ansia di essere interpellati e di non essere abbastanza preparati, i nostri sguardi evasivi sfuggivano alle occhiate perlustrative del professore che somigliavano ad aerei di guerra in sorvolo sulle nostre teste, alla ricerca di aree da bombardare, poi scorreva il registro con espressioni serie e decise, la grafite della matita sfiorava l’elenco degli alunni in un ordine sparso ed imprevedibile e non c’era scampo, cognome per cognome tutti o quasi venivano chiamati. Oggi avevo solo sette studenti in aula e mi sono reso responsabile dello stesso atto ignobile, ho percepito nei loro sguardi sentimenti noti che ho provato seduto dietro a quei banchi verdi, la quiete dettata dall’ansia era la medesima, la sfuggevolezza dei loro occhi identica. Uno per uno, li ho chiamati tutti. Ho scoperto che nessuno ha studiato la lezione di Parlato per oggi. Li ho cazziati di brutto, ma alla fin fine sono stato clemente, non li ho puniti sul registro.

Al termine della lezione ho fotocopiato quelli che saranno i compiti in classe e li ho spillati, ci siamo quasi. Nel pomeriggio mi sono dedicato un altro po’ alla traduzione del libro.

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Mercoledì 23 gennaio 2008 – raid a sorpresaultima modifica: 2020-10-24T17:21:36+02:00da chumbawumba
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