Venerdì 18 gennaio 2008 – c’è molto di più

Venerdì 18 gennaio 2008

Ho raggiunto E. a casa sua, ma siamo usciti quasi subito per recarci in Berlin Street, al Movempick per l’esattezza, dove, a quanto pare, questa mattina ha dimenticato il cellulare!

Il Movempick Sana’a è un albergo della nota catena svizzera, moderno e lussuoso, in effetti lo stile non c’entra nulla con il contesto yemenita… è defilato rispetto al centro e possiede una splendida piscina che si affaccia su un meraviglioso paesaggio costituito dalle aride montagne che circondano la capitale yemenita e la città stessa che, tra le sue fatate sfumature di ocra rossa e sabbia, si estende armoniosamente sino ai loro piedi, mentre le decine di minareti sembrano indicare quel cielo terso che li sovrasta.

Dopo essere rientrati a casa di E., nel pomeriggio, ho recuperato un po’ di materiale per assemblare gli esami scritti del primo trimestre, dovrò fare un collage di esercizi ritagliati qui e lì, cercando di coprire tutti gli argomenti che abbiamo trattato in questi mesi.

Verso le diciassette E. ha ricevuto una chiamata, la sua voce, allegra e spensierata alla risposta, ha lasciato spazio, poco dopo, a un tono più cupo, il suo sguardo si è scurito, ascoltava laconica e, a intermittenza, proferiva soltanto “Dio mio, sono dei pazzi questi!”, lo faceva sommessamente come se non volesse interrompere chi le parlava, come se quella frase fosse un intercalare mentre andava dietro al fiume di parole della sua interlocutrice che io, da spettatore passivo, non ero in grado di decifrare; analizzavo la sua espressione seria, era attenta, fissava un punto come si fa quando ci si concentra. Quando ha chiuso la conversazione, mi ha guardato sconsolata e, con una mano poggiata sul suo fianco e l’altra a tenere il cellulare, mi ha riferito:

«Era la moglie dell’ambasciatore. Hanno appena ricevuto la notizia che due turiste belghe, la loro guida e il conducente yemenita sono stati ammazzati senza pietà mentre percorrevano con il loro minivan una strada isolata in Hadramaut, a sud est del paese.»

Ci siamo osservati in silenzio, in piedi, io vicino al divano, lei alla soglia della porta dello studio, con un pizzico di frustrazione in corpo, con tanto dispiacere per l’accaduto, con l’inevitabile tensione per questo crescendo di violenza. Riflettevamo che, a causa di questi sparuti coglioni e fanatici, lo Yemen subirà ancora un tracollo dal punto di vista turistico e mediatico, si rafforzerà l’idea globale che questo paese sia pericoloso, un paese da evitare. E allora mi viene da urlare che tutto ciò non è giusto! Io vivo qui da due mesi e mai, dico mai, in vita mia, ho incontrato gente più disponibile e gentile degli yemeniti… per chi non vive qui e non conosce la realtà quotidiana, la genuinità di questa gente e la loro ospitalità, ovviamente non può fare le stesse mie valutazioni, può basarsi solo su quel che riportano i telegiornali e cosa riportano? che qui sono degli estremisti, punto. No, non è così! Non sono tutti uguali, non c’è solo il fanatismo! C’è tanto altro da dire su questo paese. A pagare, infine, sono sempre loro, le brave persone, le persone che hanno voglia di ripartire, di accogliere visitatori da tutto il mondo. Mi viene naturale accostare questa terra alla Sicilia, al binomio che da quasi un secolo lega la mafia all’essere siciliano, alla loro inseparabilità, come se in Sicilia fossimo tutti mafiosi; penso alla paura di quei tanti che, per questo motivo, soprattutto nel passato, non visitavano la Sicilia. Lo Yemen è molto di più di questi pazzi isolati che vogliono affossare il paese nel nome di Dio, lo Yemen è uno dei luoghi più straordinari che abbia mai visto, è la sua storia, è la sua raffinatezza, è i suoi aromi e i suoi profumi, è le sue montagne, è i suoi suq, è il suo clima, è il suo cibo, è il suo splendido popolo, è la sua inimitabile unicità.

Di sera ho iniziato a tradurre il libro di Wajdi: “Il Filosofo della Quarantena”. In due ore ho tradotto una pagina… e sono 400 e passa pagine… insomma… posso fare di meglio… e di sicuro avrò tanto ma tanto da lavorare!

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Venerdì 18 gennaio 2008 – c’è molto di piùultima modifica: 2020-09-12T17:58:07+02:00da chumbawumba
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