13 Novembre 2007, comincia l’avventura!

Martedì 13 Novembre 2007

È suonata la sveglia, quel bip bip martellante ha avuto l’effetto di un terremoto su di me. Sono le 7.30 in punto ed è una giornata di sole, per fortuna. Mi sento lievemente rincoglionito dato che questa notte mi sono ridestato più volte, con l’ansia di non sentire proprio quel maledetto bip bip. Il pensiero di dover trasferirmi così lontano, un po’ alla cieca, mi entusiasma ma mi terrorizza. Ho un crampo allo stomaco e lo stimolo costante di andare al bagno. Non ho per niente fame.

Sì, è arrivato il grande giorno, si parte per Sana’a, a più di 5000 Km dall’Italia, in un luogo a me sconosciuto. Un mese e mezzo sembra essere volato via da quel fatidico colloquio.

Ieri ho trascorso la giornata a preparare le uniche due valigie grandi che ho, di cui una è di quelle rigide con due rotelline e un manico laterale presa con i punti della Q8. È scomodissima da trascinare, cade sempre su un fianco. Gli ho buttato dentro di tutto, pure del cibo. Tuttavia, adesso sono fottutamente pesanti e temo che mi facciano pagare una tassa aggiuntiva. Un santo amico trapanese (anche lui studente fuori sede) mi ha dato una mano a portare quei fardelli di quasi 40 kg e i bagagli a mano fino alla stazione Tiburtina, utilizzando i mezzi pubblici di Roma – siamo stati coraggiosi! Da lì, ho congedato Andrea e col trenino sono giunto fino all’aeroporto di Fiumicino.

Mi sono presto reso conto di essere la persona con i bagagli più leggeri, i miei 36 Kg al check-in sono sembrati una piuma in confronto a ciò con cui si presentavano gli altri passeggeri… pericolo scampato!

Il volo effettuato dalla Yemenia ha un un’ora e mezza di ritardo e sono potuto stare più tempo al telefono con i miei che sono comprensibilmente agitati per questa mia imprevedibile avventura.

  • Gioia, mi raccumannu, fai attenzione. Ma che mangianu docu?
  • Boh! Chi ni sacciu? Lo scoprirò…
  • Non bere acqua dal rubinetto!
  • Certo…
  • Abbiamo visto delle foto, si vestunu con le tonache e hanu u cuteddu nella cintura, troppu forte! Ti vestirai macari tu accussì poi?

E così via.

L’imbarco previsto alle 13.40 è stato completato alle 15.00. Ora è ufficiale, ho già oltrepassato il controllo del passaporto, non posso tornare indietro.

Le sei ore di viaggio sono trascorse riflettendo su come sarebbe potuta essere questa esperienza. In inglese non sono una cima, in arabo ancora sono un principiante. Come farò a insegnare a ragazzi che l’italiano non lo sanno? Ho letto dei libri di italiano per stranieri, ho provato a ipotizzare un programma di grammatica, ma sono soltanto ipotesi. Poi, ho guardato un film in inglese, non ho capito un cazzo. Scoraggiante

Ore 21.50. Sono arrivato nella penisola Araba. L’aeroporto internazionale di Sana’a e piccolo e datato, c’è tanta gente intorno, alcuni sono bivaccati per terra, altri urlano, nessuno veste come noi. Realizzo di essere atterrato in un altro mondo.

In loco mi attendevano un funzionario dell’università yemenita e uno dell’ambasciata italiana. Fuori nello spiazzale, invece, ci sono delle auto vintage, caos nonostante l’orario, taxi e persone che indossano una strana cintura… con un grosso pugnale a uncino in vista… wow…

L’aria è diversa, frizzante, perché siamo a 2250 metri sul livello del mare, gli odori sono intensi, la luna è piena e lucente.

Dopo i convenevoli, mi hanno accompagnato in una “Guest House” all’interno del campus. Un mini appartamento ricoperto di moquette tra il rosa scolorito e il tortora, polvere e tendaggi di gradazione giallo pallido. Mi sono lanciato sul letto per rilassarmi un attimo. Ho bisogno di rallentare le connessioni sinaptiche, ammansire il sovraccarico di emozioni. La coperta, di pile, non mi aiuta. Fa le scintille e ogni volta che mi muovo sento degli scoppiettii. Potrei prendere fuoco? Relax Sergio, relax. Domani dovrò andare all’università e in Ambasciata.

Signore e signori, l’avventura ha inizio…

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13 Novembre 2007, comincia l’avventura!ultima modifica: 2019-07-21T13:07:34+02:00da chumbawumba
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